Prestazione d’opera occasionale e lavoro autonomo

di Michele Aquilino
prestazione d'opera occasionale

Vuoi svolgere un lavoro autonomo che differisce dalla tua routine o hai bisogno di una persona che lavori saltuariamente nella tua azienda? È possibile essere assunti o assumere attraverso un contratto di prestazione d’opera occasionale. Niente Partita IVA, ma bisogna rispettare condizioni precise.

Con la prestazione d’opera occasionale è possibile lavorare senza la necessità di aprire una partita IVA, quindi con più flessibilità ed autonomia. Tutto questo grazie all’esistenza della prestazione d’opera occasionale, una modalità lavorativa spesso avvolta da falsi miti e tanta confusione… Facciamo chiarezza insieme!

Che cos’è il contratto di prestazione d’opera occasionale?

Il contratto d’opera occasionale è uno degli strumenti utilizzabili da chi vuole intraprendere attività lavorative in modo sporadico e saltuario. La discontinuità è quindi la condizione necessaria affinché si possa concludere un contratto di questo tipo. Fai attenzione però: spesso si tende a confondere la prestazione d’opera occasionale con la prestazione occasionale. La prima è un’attività di lavoro autonomo, senza vincolo di subordinazione (modalità e orari di esecuzione della prestazione non definiti) nei confronti del committente. La seconda è una vera e propria forma di lavoro subordinato, anch’essa a carattere occasionale.

Leggi di più:  Prestazione occasionale: limiti e registrazione INPS

A livello giuridico, la prestazione d’opera è definita dall’articolo 2222 del Codice Civile:

“Quando una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente, si applicano le norme di questo capo, salvo che il rapporto abbia una disciplina particolare nel libro IV.”

Quali condizioni prevede la prestazione d’opera occasionale?

Se vuoi lavorare o far lavorare qualcuno con prestazione d’opera occasionale, devi rispettare queste condizioni:

  • deve trattarsi di un rapporto realmente occasionale, dunque non ripetuto regolarmente nel tempo;
  • non deve esserci nessun vincolo di subordinazione o di coordinamento fra committente e prestatore;
  • non può riguardare attività professionali regolamentate da Albi professionali (medici, avvocati, ingegneri, commercialisti ecc);
  • bisogna osservare il divieto assoluto di pubblicizzare la propria attività (es. attraverso siti web, volantini, biglietti da visita e materiale pubblicitario in genere).

In pratica, se sei un professionista iscritto ad un Albo o se sei un freelance che vuole crescere professionalmente, avrai bisogno di aprire una Partita IVA.

Leggi di più: Prestazioni occasionali vietate per iscritti ad Albi professionali

Prestazione d’opera occasionale: ricevuta e ritenuta d’acconto

Per regolarizzare fiscalmente la tua prestazione d’opera occasionale, devi rilasciare al tuo committente una ricevuta. Al suo interno attesterai di aver percepito la somma pattuita, ma decurtata del 20% di ritenuta d’acconto. In parole povere, se hai pattuito con il committente un compenso di €1.000, intascherai di fatto solo €800. Questo perché i restanti €200 saranno versati dal committente direttamente nei confronti dello Stato, come forma di tassazione sul tuo compenso. Non preoccuparti, fra poco vedrai che esiste un modo per recuperare queste somme…

Devi rispettare il limite di €5.000 all’anno?

Sfatiamo subito questo falso mito: non esiste alcun limite di €5.000! Questo limite riguarda la prestazione occasionale relativa al lavoro subordinato. Nella prestazione d’opera occasionale, puoi guadagnare tranquillamente più di €5.000 all’anno, a patto di rispettare le condizioni che hai appena letto. Le soglie che devi realmente ricordare sono solo le seguenti:

  • fino a €4.800 vige l’esonero dalla dichiarazione dei redditi, tuttavia potrai scegliere di presentare la dichiarazione per recuperare le ritenute che hai subìto;
  • oltre €5.000 devi regolarizzare la tua situazione con l’INPS, con iscrizione alla Gestione Separata e versamento del 33% (o del 24%, se già versi ad un’altra gestione previdenziale) della parte dei tuoi compensi che eccedono i €5.000: 2/3 dei contributi sono a carico del committente, 1/3 a carico del prestatore d’opera.

Leggi di più: Redditi da attività occasionali nella dichiarazione 2020

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