Bonus ristrutturazione 2023: la guida completa

di Francesco Aquilino
bonus ristrutturazione 2023

Hai ristrutturato casa o stai pensando di farlo? Scopri come ottenere il bonus per ristrutturazioni edilizie per spese effettuate nel 2023. Possibile anche il ricorso a sconto in fattura o cessione del credito

In un periodo in cui tutte le attenzioni sono puntate sul Superbonus, rischia di passare in secondo piano l’ormai tradizionale bonus per ristrutturazioni edilizie. Tuttavia, per ampiezza del campo di applicazione, questo incentivo può fare al caso di molti contribuenti. La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato l’incentivo fino al 2024 ed è quindi possibile usufruire del bonus ristrutturazione anche per il 2023.

Per i lavori effettuati sulle singole abitazioni è possibile usufruire di una detrazione pari al 50% delle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024. Il limite massimo di spesa è fissato a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Per interventi iniziati al 17 febbraio 2023 possono essere esercitate in alternativa alla detrazione le opzioni per:

  • cessione del credito;
  • sconto in fattura.

La detrazione riconosciuta può essere recuperata in 10 quote annuali di pari importo, a partire dall’anno seguente a quello di effettuazione delle spese. La cessione del credito permette di trasformare il beneficio fiscale in liquidità immediata, riconoscendo al cessionario una percentuale sul credito ceduto. Lo sconto in fattura consente invece di sostenere una spesa ridotta del 50%, facendo maturare in capo alla ditta esecutrice dei lavori un credito d’imposta pari all’importo scontato.

L’agevolazione segue il c.d. “principio di cassa”, ovvero può essere richiesta per le spese sostenute nell’anno, e va suddivisa fra tutti i contribuenti che possiedono o detengono l’immobile sul quale sono effettuati i lavori di ristrutturazione.

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Chi può usufruire del bonus ristrutturazione 2023?

Il principio di base è che possono usufruire del bonus tutti i contribuenti persone fisiche assoggettati ad IRPEF, residenti o meno nel territorio dello Stato. L’agevolazione spetta:

  • al proprietario o nudo proprietario dell’immobile;
  • ai titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese (usufruttuario, locatario, comodatario, ecc.).

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Inoltre hanno diritto al beneficio, a patto che sostengano direttamente le spese e siano quindi intestatari di bonifici e fatture:

  • il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado);
  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
  • il componente dell’unione civile;
  • il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato.

Nel caso di due comproprietari di un immobile, la detrazione segue il pagamento. Se la fattura è intestata ad uno solo di essi, ma le spese di ristrutturazione sono state sostenute da entrambi, la detrazione spetta anche al soggetto che non è stato indicato in fattura, a condizione che nella stessa sia annotata la percentuale di spesa da quest’ultimo sostenuta.

Mentre, nel caso in cui sia stato stipulato un contratto preliminare di vendita (il c.d. compromesso) chi ha comprato l’immobile può usufruire del bonus se:

  • è stato immesso nel possesso dell’immobile;
  • esegue i lavori di ristrutturazione a proprio carico;
  • è stato regolarmente registrato il compromesso.

Bonus ristrutturazione 2023: elenco dei lavori ammessi

Nello specifico, è prevista la detrazione pari al 50% (o in alternativa la cessione o lo sconto) in relazione alle spese sostenute per:

  • lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini;
  • interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze.

Cosa si intende per lavori di manutenzione ordinaria?

Alcuni esempi di lavori di manutenzione ordinaria per cui è riconosciuto il bonus, sono:

  • l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • la realizzazione e miglioramento dei servizi igienici;
  • la sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso;
  • il rifacimento di scale;
  • gli interventi finalizzati al risparmio energetico;
  • la recinzione dell’area privata;
  • la costruzione di scale interne.

Bonus ristrutturazione 2023 e sostituzione di porte interne

La spesa sostenuta per cambiare le porte in casa rientra nella manutenzione ordinaria, e quindi è detraibile per i condomini e non per gli edifici singoli. Tuttavia, come chiarito dal MEF, se la sostituzione delle porte interne rientra in un più ampio intervento di lavori straordinari ed è indispensabile per completare il lavoro, la detrazione del 50% sarà riconosciuta.

bonus ristrutturazione 2023

Bonus ristrutturazione 2023: come pagare?

Per usufruire del bonus è necessario che i pagamenti relativi agli interventi di ristrutturazione siano effettuati con bonifico bancario o postale parlante, da cui risultino:

  • causale del versamento: Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986;
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • codice fiscale o Partita Iva del beneficiario del pagamento.

Su tali bonifici l’istituto bancario effettua una ritenuta dell’8%. Tale adempimento, congiuntamente all’invio all’ASL di una comunicazione preventiva (quando richiesta) è condizione essenziale per accedere al bonus.

Se i lavori di ristrutturazione sono stati paganti mediante un finanziamento, il bonus potrà essere richiesto ma in questo caso la società finanziaria dovrà pagare tramite bonifico, seguendo tutte le indicazioni per la compilazione (indicando il C.F. del soggetto per il quale si effettua il pagamento). Attenzione! Il titolare dell’agevolazione fiscale deve conservare la ricevuta del bonifico.

I documenti da conservare

Per evitare problemi in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, è necessario conservare la documentazione comprovante i requisiti per l’ottenimento del bonus. Inoltre, per poter richiedere tale agevolazione, bisognerà ovviamente indicare gli oneri sostenuti per finanziare gli interventi di ristrutturazione edilizia nella dichiarazione dei redditi (Modello Redditi o 730).

I documenti che bisogna conservare sono:

  • le concessioni e autorizzazioni amministrative in base alla tipologia di lavori da realizzare. Se nel caso di specie non è previsto, sarà sufficiente una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui deve essere indicata la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili;
  • domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti;
  • ricevute di pagamento dell’IMU, se dovuta;
  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali;
  • in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori;
  • fatture e ricevute fiscali relative alle spese effettivamente sostenute;
  • ricevute dei bonifici di pagamento.

La comunicazione all’ENEA

Per i lavori di ristrutturazione che comportano la riduzione dei consumi energetici conclusi nel 2023 è necessario inviare la c.d. comunicazione ENEA. L’elenco degli interventi per i quali è obbligatoria la comunicazione è disponibile sul sito. Tale comunicazione deve essere effettuata entro 90 giorni dal termine dei lavori, nonché dopo il c.d. collaudo. L’invio è obbligatorio e può essere fatto dal contribuente stesso o da un intermediario incaricato mediante procedura online. Qualora non venga rispettato il termine di 90 giorni e ci sia un ritardo nell’invio di tale comunicazione, il contribuente non perderà il diritto al bonus.

Bonus Ristrutturazione 2023: le alternative alla detrazione

Per gli interventi già iniziati al 17 febbraio 2023 è possibile optare, in alternativa alla detrazione, per:

  • sconto in fattura;
  • cessione del credito.

Lo sconto in fattura consiste in un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento agevolato. Il suo importo può arrivare fino a quello della detrazione dall’imposta lorda spettante. Il fornitore recupera il contributo anticipato sotto forma di credito d’imposta, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni a soggetti qualificati, come:

  • banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (decreto legislativo n. 385/1993);
  • società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del citato Testo unico;
  • imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia ai sensi del decreto legislativo n. 209/2005.

La cessione del credito consiste invece nella possibilità di cedere il credito d’imposta vantato dal committente a:

  • fornitori di beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi;
  • altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti);
  • istituti di credito e intermediari finanziari.

Anche in questo caso, oltre all’utilizzo del credito d’imposta da parte del cessionario, sono consentite due ulteriori cessioni ai soli soggetti qualificati in precedenza elencati.

Gli interventi per i quali è possibile optare per sconto o cessione

L’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito può essere esercitata in relazione agli interventi di:

  • manutenzione straordinaria;
  • restauro e risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia;
  • manutenzione ordinaria (solo per le parti comuni degli edifici);
  • realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali (se effettuati a partire dal 2022);
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • superamento o eliminazione di barriere architettoniche.

Gli adempimenti per l’esercizio dell’opzione per sconto o cessione

Per cedere il credito o avere lo sconto in fattura, dal 12 novembre 2021 è previsto l’obbligo per il contribuente di richiedere:

  • il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione, che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta;
  • l’attestazione della congruità delle spese sostenute, da parte dei tecnici abilitati.

Le spese sostenute per il rilascio di tali documenti rientrano tra le spese detraibili e possono formare oggetto di opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito. L’obbligo di richiedere visto di conformità e attestazione della congruità delle spese non sussiste:

  • per gli interventi di importo complessivo non superiore a 10.000 euro, eseguiti sulle singole unità immobiliari o sulle parti comuni dell’edificio;
  • per le opere classificate come “attività di edilizia libera”, ai sensi dell’articolo 6 del Dpr n. 380/2001, del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 2 marzo 2018, della normativa regionale.

La scelta per la cessione del credito o lo sconto in fattura deve essere comunicata all’Agenzia delle entrate entro il 16 marzo dell’anno successivo.

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