Acconto IRPEF 2022: seconda rata entro il 30 novembre

di Michele Aquilino
Acconto IRPEF 2022

Non solo IRPEF ma anche imposte sostitutive (forfettari e minimi): entro il 30 novembre si versa il secondo (o unico) acconto 2022. Ecco quello che c’è da sapere.

Si avvicina un altro appuntamento fiscale di quelli da segnare col circoletto per le Partite IVA italiane. Entro il 30 novembre, infatti, liberi professionisti e ditte individuali dovranno fare i conti con il secondo acconto IRPEF 2022. Vale la pena di fare un paio di considerazioni.

La prima riguarda il fatto che il 30 novembre sarà la scadenza anche dell’unico acconto, laddove l’acconto totale dovuto non fosse abbastanza elevato da determinare la classica divisione in due scadenze diverse (il primo acconto è scaduto il 30 giugno, assieme al saldo 2021).

In secondo luogo, invece, è bene ricordare che le stesse scadenze di pagamento – 30 giugno e 30 novembre – riguardano non solo professionisti e imprese individuali soggette ad IRPEF, ma anche i soggetti che pagamento le imposte sostitutive secondo i seguenti regimi agevolati:

  • regime dei minimi (L. 98/2011);
  • regime forfettario (L. 190/2014).

Leggi di più: Regime Forfettario 2022 per le Partite IVA: Guida completa

Acconto IRPEF 2022: come si calcola

Facciamo una premessa. Gli acconti – che si tratti di IRPEF o di imposte sostitutive – si calcolano sulla base dell’imposta dovuta per l’anno precedente. Ciò vuol dire, in altre parole, che l’acconto che sarà pagato entro il 30 novembre è determinato sulla base dell’imposta dovuta sul 2021. Se, per quanto riguarda regime dei minimi e regime forfettario, le aliquote sono rimaste invariate rispetto allo scorso anno, lo stesso non può dirsi per l’IRPEF.

Infatti, nonostante le aliquote (ma anche gli scaglioni) IRPEF siano cambiate a partire da quest’anno, i riferimenti validi per il 2021 e dunque anche per la determinazione dell’acconto del 30 novembre sono ancora i seguenti:

  • 23% sui primi 15.000 euro di reddito;
  • 27% fra 15.001 e 28.000 euro;
  • 38% fra 28.001 e 55.000;
  • 41% fra 55.001 e 75.000;
  • 43% oltre i 75.000 euro.

Per calcolare l’imposta netta, alla corretta applicazione delle aliquote bisogna far seguire l’applicazione delle detrazioni, che vanno a ridurre l’imposta dovuta. L’importo del secondo acconto IRPEF 2022, in particolare, è pari al 60% dell’imposta netta così calcolata relativa al 2021 (il primo acconto invece è del 40%). Stesso meccanismo per le imposte sostitutive, dove però le percentuali dei due acconti sono entrambe del 50%.

Ricordiamo, come già accennato, che entro il 30 novembre bisognerà versare non il secondo acconto ma l’unico acconto laddove l’acconto IRPEF 2022 complessivamente dovuto sia inferiore a 257,52 euro.

Leggi di più: Aliquote IRPEF 2022: nuovi scaglioni e nuove detrazioni

Acconto IRPEF 2022

Modalità di pagamento e codice tributo: la scadenza del 30 novembre

Come gestire dunque la scadenza del 30 novembre, una volta determinato l’importo dovuto? Il pagamento delle imposte, sia nel caso dell’IRPEF sia nel caso delle imposte sostitutive, avviene sempre tramite il Modello F24. Tramite la delega di pagamento F24, il versamento può essere concretamente effettuato con una delle seguenti modalità:

  • pagamento allo sportello fisico (bancario o postale) in contanti (entro i limiti previsti) o con mezzi elettronici;
  • inserimento della delega nel proprio Internet Banking, in quanto tale funzionalità è ormai prevista da tutti i siti e le app degli istituti bancari;
  • trasmissione della delega da parte del Commercialista o di altro intermediario abilitato (con addebito diretto sul conto corrente);
  • servizio F24 online sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

I codici tributo da utilizzare, a seconda dei casi, per versare il secondo (o unico) acconto 2022, sono i seguenti:

  • 4034 per l’IRPEF;
  • 1791 per il regime forfettario;
  • 1794 per il regime dei minimi.

Ricordiamo infine che – qualunque sia il regime fiscale di riferimento – si tratta di un versamento che può essere gestito anche tardivamente tramite l’istituto del ravvedimento operoso.

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